La comunicazione

La comunicazione

LA COMUNICAZIONE

 

 

Premesso che non sono uno scrittore, è comunque difficile per me, scrivere questo articolo…come fare a spiegare in poche righe quello che sono riuscito a capire solo dopo molti anni di pratica di frequentazioni di campi d’addestramento, letture, stage e, soprattutto, vita vissuta coi cani?

Ci provo: non serve proprio a niente insegnare al cane il seduto, il resta e quant’altro se tutto questo non è supportato da qualcosa di molto più importante, più forte: il rapporto! Sì, il rapporto, la voglia del nostro amico di interagire con noi, di disinteressarsi degli stimoli che lo attorniano per essere attento a noi, volere la nostra interazione, la nostra complicità!

Per molti di Voi, probabilmente, è una cosa nuova, che generalmente non si trova scritta sui libri o riviste specializzate.

Quando giro con i miei cani liberi, senza guinzaglio, non mi è mai, ripeto mai, capitato che mi abbandonassero per seguire altri cani o distrazioni di altro genere.

Eppure i miei cani sono “da lavoro”, eseguono tutto il repertorio dell’obbedienza, dell’agility e sono cani da soccorso (ricerca persone disperse). Noi comunichiamo, quando sgrido uno dei miei amici a quattro zampe, lo faccio guardandolo negli occhi ed esso non scosta lo sguardo, non gira la testa, non mette la coda fra le zampe, questa, credetemi, è la mia soddisfazione più grande!

Come fare per ottenere questo? Semplice: ragionando da cane. Se io sono il soggetto più intelligente tocca a me mettermi nei suoi panni e cercare di interpretare le cose come fa lui. Diversamente, potrò anche comprargli la cuccia placcata in oro ma sarò solo un tiranno, un essere che si sente superiore e solo per questo pretende che gli altri facciano quello che lui chiede. Perché continuare a parlagli quando lui non conosce l’alfabeto invece di sforzarsi a capire i segnali (continui) che ci manda? Qui si tratta di parlare la stessa lingua, che senso ha chiedere in lingua italiana a un Norvegese, anche se nel modo più educato, più dolce, più giusto “spostami quel pacco” (l’azione più semplice che mi viene alla mente) se questi non capisce quello che gli sto chiedendo? Se proprio volessimo che il Norvegese compia quella azione proveremmo istintivamente ad utilizzare i gesti. Allo stesso modo dobbiamo fare con il ns. cane. Ricordiamoci che i cani utilizzano il linguaggio del corpo e sono quindi portati a capire più quel linguaggio che non quello nostro fatto di parole, il più delle volte senza senso per loro (poi è giusto togliere i gesti ma questo in un’altro scritto, ci vorrebbe troppo). Spesso siamo portati a credere che il cane capisce quello che diciamo perché risponde in un certo modo, senza invece accorgerci che mentre pronunciamo quelle parole compiamo determinati gesti, che sono poi quelli che il cane “legge”. Prestiamo quindi più attenzione ai nostri movimenti e a come si muove il cane, scopriremo così un nuovo modo di comunicare.E, soprattutto cominciamo ad utilizzare lo sguardo e ad imparare a leggere gli occhi del nostro amico: ci diranno se è felice, se sta bene, tutto.Non solo dobbiamo imparare quindi a parlare la stessa lingua del cane, ma dobbiamo anche imparare a rispettare esigenze che magari a noi sembrano assurde ma per lui sono fondamentali. Perché strattonare il cane che annusa le feci di un altro? Perché non permettergli di leccarsi i genitali?... Per la nostra presunzione! Si, la presunzione dell’uomo che tutto quello che fa è giusto, quello che fanno gli altri esseri viventi è sbagliato! Si, noi uomini siamo presuntuosi, crediamo che il nostro modo di vivere sia il migliore e vogliamo imporlo anche ai cani! I cani non riescono più a comunicare quello che sarebbe il modo giusto, per loro, di comportarsi perché da quando nascono, li facciamo vivere secondo i nostri standard e pretendiamo e crediamo che agiscano seguendo le nostre logiche. Il cane non si comporta seguendo la ragione, ma seguendo l’istinto.Le regole della società oramai impediscono all’uomo di agire secondo l’istinto, ma per capire meglio le azioni dei quattrozampe fermiamoci sempre a pensare a quale sarebbe il comportamento istintivo anche per noi.

Perché quando giochiamo con lui, senza pretese di dominanza, non lo facciamo come farebbe un altro cane, mettendosi a gattoni o in ginocchio?

Bisogna ragionare da cani, mettersi nella testa del cane! Cosa vuol dire continuare a richiamare per nome un piccolo cucciolo? Niente! Molto più utile camminare con lui senza dire niente: mi sono messo al suo pari, mi segue come seguirebbe la madre o il branco.

Voglio sottolineare che questo non vuol dire che non valgono le regole del branco, della gerarchia etc, tutt’altro, sono regole fondamentali, da non dimenticare mai!

Voglio solo dire che il cane ha già fatto molto per imparare a vivere con noi, noi abbiamo fatto ben poco per imparare a vivere con lui. Trattiamoli da cani, questo non vuol dire trattarli male o considerarli degli esseri inferiori, ma neanche dei bambini, non usarli per sostituire l’affetto che magari ci manca da un’altra persona, non ritenerli degli ottimi scarica-stress! Non esiste un modo comune a tutte le persone e a tutti i cani per costruire questo rapporto, ma provate a comportarvi in modo normale, scambiate le vostre emozioni, le vostre gioie col vostro amico, ma non caricatelo dei vostri problemi, della vostra voglia di esibirvi o di esibirlo.

Che gusto c’è quando si vedono cani che eseguono tutti gli esercizi col boccone sotto il naso? Anch’io uso il boccone per insegnare ma cerco di toglierlo il più presto possibile. E’ logico, inizialmente il boccone mi permette di far capire l’azione che vorrei fosse eseguita ma poi, il cane deve interagire per piacere, non per fame. A questo scopo, può essere molto più utile il gioco al posto del cibo, perché il gioco crea interazione, il cibo, solo sudditanza. Se noi impariamo la lingua dei cani, potremo chiedere le cose per favore e non per obbligo, questo renderà tutto più facile, più naturale, migliorando il nostro rapporto con loro.

A tutti sarà capitato di dover eseguire un’azione per dovere… provate a pensare con che animo diverso l’avreste compiuta se vi fosse stato chiesta per favore.

Non dico che è facile, a volte leggo libri dove il “Guru” di turno sostiene di risolvere problemi comportamentali molto gravi solo dicendo ai proprietari di non dare da mangiare al cane dal tavolo etc. Io non ne sono capace (e non ci tengo neanche). Ci vogliono tempi lunghi, ma poi, il recupero, sarà per sempre perché avrete imparato a … ragionare da cane!

Ricordatevi poi che la qualità del rapporto non dipende dal tempo che trascorrete col vostro cane, ma dal modo in cui lo trascorrete. Se passate con lui anche meno di un’ora al giorno, ma quei momenti sono tutti vostri, fatti di gioco, interazione, complicità, otterrete un rapporto migliore che non se ci state insieme tutto il giorno senza mai interagire veramente con lui. Giocare con il cane è un momento fondamentale del rapporto, senza però mai dimenticare che il gioco deve essere sempre condotto da noi, deve cominciare e finire quando lo decidiamo noi.

Soprattutto, gerarchizzazione a parte, un bell’abbraccio ogni tanto farà bene a tutti e due.

 

Buon cane a tutti

 

Giancarlo